giovedì 7 marzo 2019

Leggere Harry Potter a (quasi) trent'anni.

Leggere la saga di Harry Potter in età ormai adulta è un'esperienza completamente differente rispetto a quella che si fa quando si è bambini. Ci fa partecipi di una nuova chiave di lettura, donandoci molteplici spunti di riflessione su noi stessi, sul mondo degli adulti e su quello degli adolescenti, oltre che sul mondo che ci circonda.

                           


Ritrovata e rinnovata la passione e la curiosità per la saga di J.K Rowling, grazie anche ad "Animali Fantastici", ho deciso di intraprendere una rilettura delle avventure di Harry Potter, che avevo abbandonato da bambina dopo aver letto della morte di Sirius Black, troppo turbata per poter continuare.
Decisa questa volta ad arrivare fino in fondo, ho scelto di avventurarmi nel mondo magico e di tornare ad Hogwarts dopo circa quattordici anni dal mio abbandono.
Nonostante i problemi avuti con la nuova traduzione, specialmente la trasformazione di Tassorosso in Tassofrasso, che ho fatto fatica ad accettare e che mai accetterò, ho intrapreso di buon grado questo percorso, incentivata dalla meravigliosa ed accattivante edizione avente la sovracopertina che andrà a formare il castello di Hogwarts, man mano che si collezionano i tomi.
Quando si legge la saga di Harry Potter da bambini, si vive un'avventura fantastica, provando le stesse sensazioni dei protagonisti e si cresce con essi, tra lezioni di pozioni e storia della magia, passando per trasfigurazione e si finisce per piangere la morte di Silente, avercela a morte con Piton fino al momento della sua redenzione ed infine a combattere i Mangiamorte,per pura simpatia verso Harry.
Si chiude il libro con la sensazione dolce-amara di non essere stati altrettanto fortunati nel ricevere la lettera ed un biglietto per l' Hogwarts Express.
Le cose cambiano completamente quando il libro lo si legge alla soglia dei trent'anni. Si scoprono piani nascosti, sotto la parvenza di una semplice avventura per bambini e ragazzi.
Certo si ha una visione più distaccata, meno empatica con Harry e si rischia di entrare in conflitto con la personalità del protagonista, ma la cosa interessante è proprio questa:
leggere la saga di Harry Potter a quasi trent'anni ci da la possibilità di apprezzare la fervente denuncia contro il bullismo ed il bellissimo manifesto a favore della diversità. 
E J.K. Rowling, con la sua saga fantastica, ci mette in guardia sulla piega che la nostra società sta prendendo, ricordandoci che la storia può tornare sempre a ripetersi.
Viviamo emozioni ben diverse e di diversa intensità rispetto al nostro essere bambini, imparando lezioni di grande umanità, oltre a quelle che vengono insegnate nelle aule di Hogwarts, finendo per piangere sempre della morte di Silente, ma riservando a Piton uno sguardo differente ed infine si combattono i Mangiamorte e Lord Voldemort non per puro spirito simpatetico, ma consapevoli che l'ideologia promulgata dal Signore Oscuro e dai suoi seguaci è sbagliata, che va combattuta sempre, in qualsiasi epoca ed in qualsiasi mondo possibile.
Si finisce per chiudere il libro con la stessa sensazione dolce-amara che si è avuta da bambini, continuando a sperare in una ritardataria lettera per Hogwarts e, una volta arrivato il primo settembre,  ed aver attraversato il binario 9-3/4 di poter prender posto sul treno di un rosso sgargiante, l' Hogwarts Express.

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