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lunedì 18 marzo 2019

Muri Sicuri. La street art incontra la beneficenza.

"Dipingiamo un muro per aiutarne cento" è il motto dell'iniziativa benefica patrocinata dalle Guide di Roma ed arrivata alla sua terza edizione.
Quest'anno il protagonista al centro dell'evento Muri Sicuri, svoltosi il 16 ed il 17 marzo 2019, è stato il quartiere del Quadraro ed i fondi raccolti sono stati devoluti al comune di Grisciano, frazione di Accumoli, distrutto dal terremoto del 2016.


Il quartiere del Quadraro, medaglia d'oro al valor civile per il suo impegno nella Resistenza contro il nazi-fascismo, è veramente un museo a cielo aperto, fiero di raccontarci la sua storia,con le sue cicatrici e le sue conquiste.
L'aria che vi si respira, è un'aria di libertà, di paese, di un'identità ben radicata e di una storia che fa sentire la sua presenza e che lotta per non essere dimenticata.
Il nido di vespe, come fu chiamato con spregio dal generale delle S.S. Kappler, rivive e ci racconta la sua storia e ci parla di se attraverso la street art.
Murales di atisti di spicco, come LucamaleonteDiavùRon English e molti altri, adornano e decorano i muri di case, di cavalcavia e di tunnel, guidandoci lungo il filo rosso dell'omaggio alla Resistenza e della memoria del rastrellamento del 17 aprile 1944.
Le preparatissime guide di Roma hanno accompagnato i visitatori lungo questo percorso raccontando con la loro proverbiale preparazione, quello che entra nel campo visivo improvvisamente, lasciando spesso e volentieri spiazzati e senza parole e non solo per la bellezza diretta ed incisiva della street art, ma per l'idea che si cela sotto di questa.
Quest'anno i muri del Quadraro si sono arricchiti di due nuove opere, per mano di artiste di fama internazionale come: Alice Pasquini e Alessandra Carloni.
Il quartiere del Quadraro è stato anche al centro del progetto di Diavù M.U.Ro. che aveva come scopo quello della promozione e della produzione di street art in modo diffuso  e completamente integrato con il tessuto sociale, completamente rispettoso della storia e dell'identità dei luoghi che avrebbe coinvolto.
Progetto che è stato interrotto a causa della violenza e dell'ignoranza di pochi ignoranti e prepotenti, privando la città di Roma di quella che sarebbe potuta essere un'opportunità volta ad aumentare il valore del suo patrimonio artistico, valorizzando non solo le bellezze classiche che tutto il mondo ci invidia, ma anche il mondo sempre più emergente, intelligente ed innovativo dell'arte di strada.

giovedì 7 marzo 2019

Leggere Harry Potter a (quasi) trent'anni.

Leggere la saga di Harry Potter in età ormai adulta è un'esperienza completamente differente rispetto a quella che si fa quando si è bambini. Ci fa partecipi di una nuova chiave di lettura, donandoci molteplici spunti di riflessione su noi stessi, sul mondo degli adulti e su quello degli adolescenti, oltre che sul mondo che ci circonda.

                           


Ritrovata e rinnovata la passione e la curiosità per la saga di J.K Rowling, grazie anche ad "Animali Fantastici", ho deciso di intraprendere una rilettura delle avventure di Harry Potter, che avevo abbandonato da bambina dopo aver letto della morte di Sirius Black, troppo turbata per poter continuare.
Decisa questa volta ad arrivare fino in fondo, ho scelto di avventurarmi nel mondo magico e di tornare ad Hogwarts dopo circa quattordici anni dal mio abbandono.
Nonostante i problemi avuti con la nuova traduzione, specialmente la trasformazione di Tassorosso in Tassofrasso, che ho fatto fatica ad accettare e che mai accetterò, ho intrapreso di buon grado questo percorso, incentivata dalla meravigliosa ed accattivante edizione avente la sovracopertina che andrà a formare il castello di Hogwarts, man mano che si collezionano i tomi.
Quando si legge la saga di Harry Potter da bambini, si vive un'avventura fantastica, provando le stesse sensazioni dei protagonisti e si cresce con essi, tra lezioni di pozioni e storia della magia, passando per trasfigurazione e si finisce per piangere la morte di Silente, avercela a morte con Piton fino al momento della sua redenzione ed infine a combattere i Mangiamorte,per pura simpatia verso Harry.
Si chiude il libro con la sensazione dolce-amara di non essere stati altrettanto fortunati nel ricevere la lettera ed un biglietto per l' Hogwarts Express.
Le cose cambiano completamente quando il libro lo si legge alla soglia dei trent'anni. Si scoprono piani nascosti, sotto la parvenza di una semplice avventura per bambini e ragazzi.
Certo si ha una visione più distaccata, meno empatica con Harry e si rischia di entrare in conflitto con la personalità del protagonista, ma la cosa interessante è proprio questa:
leggere la saga di Harry Potter a quasi trent'anni ci da la possibilità di apprezzare la fervente denuncia contro il bullismo ed il bellissimo manifesto a favore della diversità. 
E J.K. Rowling, con la sua saga fantastica, ci mette in guardia sulla piega che la nostra società sta prendendo, ricordandoci che la storia può tornare sempre a ripetersi.
Viviamo emozioni ben diverse e di diversa intensità rispetto al nostro essere bambini, imparando lezioni di grande umanità, oltre a quelle che vengono insegnate nelle aule di Hogwarts, finendo per piangere sempre della morte di Silente, ma riservando a Piton uno sguardo differente ed infine si combattono i Mangiamorte e Lord Voldemort non per puro spirito simpatetico, ma consapevoli che l'ideologia promulgata dal Signore Oscuro e dai suoi seguaci è sbagliata, che va combattuta sempre, in qualsiasi epoca ed in qualsiasi mondo possibile.
Si finisce per chiudere il libro con la stessa sensazione dolce-amara che si è avuta da bambini, continuando a sperare in una ritardataria lettera per Hogwarts e, una volta arrivato il primo settembre,  ed aver attraversato il binario 9-3/4 di poter prender posto sul treno di un rosso sgargiante, l' Hogwarts Express.

sabato 2 marzo 2019

Demopatia, l'app che esplora la Democrazia.

Come sta la democrazia?



È la domanda accattivante che ci sottopone "Demopatia", l'applicazione azione di ActionAid, una ong (organizzazione non governativa) che si occupa non di "tutte quelle cose che fanno rosicà Salvini"(cfr.), ma di Empowerment, ovvero aiuta le comunità locali ad aiutarsi sfruttando le loro stesse risorse, sia umane che economiche, puntando sul potenziamento  processi democratici e di partecipazione, ad esempio il mondo dell'associazionismo,  in collaborazione con Zerocalcare, uno dei fumettisti italiani di maggiore rilevanza e personaggio da sempre impegnato e con una spiccata sensibilità rivolta a temi scottanti dell'attualità con particolare attenzione a situazioni di marginalità, alterità ed esclusione.
L'applicazione non si arroga di certo la presunzione di darci delle risposte assolute, ma attraverso un viaggio nelle viscere di questa secolare istituzione, che ha come punto di (e di ri-partenza) le macerie di Arquata del Tronto, colpito dal terremoto del 2016 ed attraversa l`antica Grecia,lo Zimbawe, la rivoluzione Francese, fino ad arrivare a Barcellona.
In questo viaggio nelle viscere della Democrazia, dove un'insolita Arianna ci fa da guida e tiene il filo di un labirintico percorso attraverso le epoche, il fumetto aumentato si mescola in una stravagante alchimia con il documentario e ci offre numerosi spunti di riflessioni riguardo temi che al giorno d'oggi assediano e minano le basi del vivere quotidiano e democratico, chiamando in campo figure autoritarie come professori universitari, scrittori, costituzionalisti ed amministratori locali e cercando di sradicare e sconfiggere lo scetticismo ed il disincanto che avvolge e stritola quella forma di governo tanto agognata ed elogiata nel corso dei secoli, trasformandola in una Demopatia, un misto di "malattia e passione".
Ma la Democrazia esiste ancora?
Certamente e sebbene indebolita, bisogna prendersene cura ora più che mai, sporcandosi le mani, partecipandovi senza che nessuno possa sentirsi escluso, perchè è sporcandosi le mani che si ottengono le cose, perchè come ci ricorda Zerocalcare "Qua non te regala niente nessuno, figuramose la democrazia" (cfr).
Un'applicazione, quella di ActionAid e la preziosa collaborazione di Zerocalcare, che potrebbe far riflettere persino le generazioni più giovani e che non sarebbe male proporre nelle scuole.
È possibile scaricare l'applicazione sia dal PlayStore che dall'AppleStore; e gratuita e contiene solo i primi quattro capitoli, ma si può comodamente fare l'upggrade alla versione premium per soli 2,39 €, una somma che sicuramente fa piacere spendere e ne vale la pena.

lunedì 18 febbraio 2019

Dream, tra sogno e realtà

Finalmente ho avuto la possibilità di visitare la mostra DREAM ospite presso il Chiostro del Bramante fino al 05 maggio 2019.







Incorniciata in un luogo suggestivo come il Chiostro del Bramante e a due passi da piazza Navona, la perfezione dell' architettura rinascimentale si fonde con il mondo onirico di DREAM, un'esperienza unica ed affascinante, che prevede un modo tutto soggettivo di raccontarla anche se è innegabile che la sua bellezza ed unicità siano oggettive.
Un percorso fatto di 14 stanze, che esplorano tutti gli aspetti del sogno, accompagnati da 14 racconti  che avvolgono il visitatore che rimane da solo con la sua intimità e che viene guidato tra le stanze da una rivoluzionaria audio-guida a cui gli attori italiani prestano la loro voce.
Ci vuole tempo per perdersi e ritrovarsi tra le opere di artisti del calibro di  Bill Viola, Tsusoshi Tane ed Ettore Spalletti.

Sogni ed incubi, realtà e mito si fondono in un caleidoscopico vorticare di emozioni, rendendo difficile ritrovare il bandolo della matassa,la giusta direzione, ma le voci Valeria Solarino, Simona Tabasco e degli altri interpreti riescono a guidarci in questo viaggio fino in fondo al percorso senza essere invasivi, lasciandoci il giusto spazio per riflettere su noi stessi ed il giusto tempo per capire, per osservare, per ammirare quello che ci circonda, per sognare e per svegliarci.


La mostra tuttavia, non si esaurisce una volta entrati nello shop, continua e divampa , esplode nei locali della libreria, portando fuori dai locali espositivi i sogni di tutti quelli che hanno appena terminato il percorso, decidono di lasciare un segno del loro passaggio e così migliaia di post- it colorati invadono i locali della libreria, inondando le pareti con sogni e speranze, un'onda inarrestabile di calore umano, che da sempre nei sogni ha veduto auspici, misteri e significati, che da sempre ha cercato di comprendere.


Una mostra che invita all'astrazione del proprio essere, del proprio inconscio e che fa riflettere sul proprio percorso di vita, sconsigliata a chi vive con i piedi ben ancorati per terra.
Evento dedicato anche ai bambini, a cui è stata riservata un'apposita audio-guida.

mercoledì 6 febbraio 2019

Fairphone: quando la tecnologia si fa etica.

Conoscere quali materiali fanno parte di uno degli strumenti che usiamo maggiormente durante la nostra giornata ed essere a conoscenza da dove vengano e che impatto abbiano sul nostro pianeta, sia a livello ambientale che umano, dovrebbe essere una delle prime domande che dovremmo porci nell'acquisto di un nuovo smartphone.
È certo che tutti pretendiamo da uno strumento tanto piccolo, prestazioni il migliore possibili, senza poi porci troppe domande. 
Io stessa sono stata per anni una fiera proprietaria di prodotti Apple ( che è una delle compagnie più fair ed attente alla questione ambientale e sociale), sbandierando al mondo quanto fosse bello essere nella cerchia degli utenti IoS.
Poi un tarlo ha iniziato a rosicchiare una parte del mio cervello in modo sempre più fastidioso, portandomi a fare ricerche sui materiali che componevano il mio dispositivo mobile e da dove questi ( in particolare oro e cobalto) provenissero e in che modo venissero prodotti.
Non è mia intenzione starvi a fare una ramanzina su quanto i minerali provengano da zone di guerra e i modi barbari, inumani e dannosi per l'ambiente con cui vengono estratti, no.
Per quello basta fare una piccola ricerca su google e saper  filtrare bene le notizie ed il gioco è fatto.
Quello che voglio fare io è offrirvi una soluzione, o per lo meno parlarvi della soluzione che ho trovato io.
Ho cercato se in commercio ci fossero cellulari fair e mi sono imbattuta in questa piccola azienda Olandese, Fairphone, che propone al pubblico un telefono fatto per durare e soprattutto equo ed etico.



Ma che cosa significa che il telefono è fatto per durare?
La risposta è semplice, il Fariphone è nato come un telefono modulare: ovvero posso smontarlo e rimontarlo da casa, comprando pezzi di ricambio direttamente dal sito, senza lunghe attese o somme esorbitanti per un semplice cambio di fotocamera o di altoparlante.
Pezzi di ricambi che subiscono, ovviamente, continui aggiornamenti ed upgrades, puntando così ad un telefono fatto per durare negli anni.
E non è tutto, Fairphone ci garantisce la provenienza dei materiali da zone libere da conflitti e dall'abuso del lavoro minorile, garantendo condizioni di buon lavoro ed work empowerment.
Inoltre favorisce il riciclo, lo smaltimento ed il recupero di materiali dai vecchie apparecchiature elettroniche, cercando di avvicinarsi sempre di più ad un modello di economia circolare.
Inoltre si può contare su una community attiva e presente in tutto il mondo, disponibilissima a risolvere ogni problema ed un blog sempre aggiornato dove poter seguire i progetti ed i progressi dell'azienda.
Unica nota dolente (ma comprensibilissima ) è il prezzo elevato. 
Ovviamente non è un cellulare in grado di competere con un top di gamma, ma si posiziona per prestazioni e caratteristiche in modo dignitoso in una fascia medio alta.
Pensavo fosse difficile abbandonare la comodità del mio Iphone S.E., ma dopo sei mesi che utilizzo Fairphone 2 posso ritenermi soddisfatta e ancor di più lo sono dopo l'aggiornamento ad Android 7.12 Nougat ( considerato da me nemico mortale).
Credo che il messaggio che racchiude il senso si questo articolo e del progetto Fairphone sia breve, chiaro ed incisivo:

Change is in your Hands.


venerdì 28 settembre 2018

Hilda, un bestiario da Fiaba.

Hilda, serie animata anglo- canadese basata sull'omonima graphic novel di Luke Pearson e disponibile in esclusiva sulla piattaforma streaming Netflix è forse passato in sordina, data l'uscita quasi contemporanea del riuscitissimo Disincanto di Matt Groening.




Ma Hilda, una ragazzina dai capelli blu, cresciuta nella natura selvaggia, dotata di grande immaginazione e spirito avventuriero non ha nulla da invidiare alla principessa Bean, anzi, tutto il contrario.
Sebbene a prima vista, causa i disegni semplici  dalle forme tondeggianti e i colori sgargianti, la farebbero apparire infantile, basta però guardare un paio di puntate per capire che Hilda è molto più che una serie tv per bambini.
Molti sono i temi che tratta e molti di questi sono sempre attuali, come: la tolleranza, il rapporto genitori\figli, il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, l'amicizia, le fobie e molte altre questioni che ci inducono a riflettere su noi stessi e sul mondo in cui viviamo.
A fare da cornice a tutto ciò, un mondo fatato, che attinge a mitologie, fiabe, favole e racconti popolari, proponendoceli in piccole pillole, in modo leggero, stuzzicando e solleticando la curiosità dello spettatore nel volerne sapere di più e sfidando la memoria dei più avvezzi.
Cercando di non fare spoiler di alcun tipo, troverete qui sotto un elenco delle creature che fanno la loro comparsa nei tredici episodi di cui si compone la serie, andando a formare un vero e proprio bestiario da fiaba.


- Troll: 

Il troll è una figura delle foreste settentrionali, che vive e popola la mitologia scandinava ed è ben presente nei racconti popolari anglosassoni.
Essendo il troll una figura che ha alle sue spalle una larga tradizione folklorica orale e di grande estensione geografica, è quasi impossibile darne una descrizione che riesca a mettere tutti d'accordo.
Ci basti ricordare in questo caso che i troll hanno una grossa avversione verso la luce solare, che li tramuta in pietra, vivendo una vita fondamentalmente notturna. 
Molto spesso però vengono confusi con quelli che chiamiamo Orchi.

-Il Popolo Nascosto:

Meglio conosciuti come Sidhe, parola che in Gaelico indica il popolo fatato, noto anche come piccolo popolo. Di solito non si compone di soli elfi, ma racchiude nella sua variegata forma anche fate, folletti e gnomi.
Fiabe, leggende in racconti sono ravvisabili ancora oggi in Irlanda e nei paesi scandinavi, dove gran parte della popolazione tutt'ora crede nell'esistenza di tali spiriti fatati e si adopera nel tutelarli e preservarli.
La particolarità in Hilda è che gli elfi sono ossessionati dalla burocrazia... Per fortuna non tutti!

- Giganti 
Una figura nota a tutte le mitologie indoeuropee, sono dotati di diverse caratteristiche. Una figura che si è evoluta nel corso dei secoli fino ad arrivare a popolare fiabe e favole, conquistando la letteratura più alta. Considerati per lo più come aggressivi, istintivi e mangiatori di uomini, finiscono per diventare anche intelligenti ed amichevoli. Ne esistono di diversi tipi, tutti legati ad una caratteristica della terra, dai fiumi, alle foreste fino alle montagne.
Nella puntata a loro dedicata, i giganti hanno in serbo per noi una piacevole sorpresa e saranno in grado di insegnarci qualcosa di molto importante e positivo.

- Uccello del Tuono

Conosciuto per lo più tra i Nativi Americani, ha l'aspetto di un grosso rapace. In Hilda, invece assume la figura di un corvo, inducendo a prima vista nel cadere in errore e considerarlo uno degli animali sacri ad Odino.
Che l'instillarci questo dubbio, senza poi darci una risposta chiara, non sia poi appositamente voluta?

-Marra - Spiriti degli incubi-


Conosciuti come Mare nelle antiche lingue germaniche, sono delle entità maligne, che hanno la pessima abitudine di sedersi sul petto del dormiente ed indurlo in incubi terribili, facendo leva sulle loro più profonde paure.
Chissà perchè Luke Pearson le abbia volute rappresentare come delle adolescenti.

- Re dei Ratti:

Presente nei racconti e nel folkore popolare Europeo, il re dei ratti, una creatura formata da miriadi di topi e ratti aventi le code intrecciate tra di loro, si è presto trasferito dalle narrazioni orali alla letteratura. Visto come un brutto presagio, segno di carestia e pestilenze. Il Re dei ratti ama anche raccogliere segreti che ode nelle case e nelle strade e scambiarli con chi ha la sfortuna (o la fortuna) di trovarlo sul suo cammino.

- Nisse:

Conosciuto anche come Tonttu, il nisse è una creatura che vive nel Folklore scandinavo ed è ben  presente nei racconti, nelle fiabe e nelle favole delle terre del nord.
Spesso associato con il Natale ed il solstizio d'Inverno, il Nisse è considerato uno spirito protettore della casa: si annida negli spazi vuoti e non visti e si fa protettore delle cose perse e dimenticate. 
Il Nisse è stato reso celebre dal noto scrittore danese H.C. Andersen, è uno spirito che ha abitato le fredde terre scandinave da ben prima che i culti Cristiani le raggiungessero, arrivando fino a noi ben presente nelle memorie e nelle credenze degli abitanti del nord Europa.
Spesso la sua figura è stata travisata, ed è cambiata, fino a trasformarsi in Goblin.

- Barghest:



Tipico del Folklore del nord dell'Inghilterra, il Barghest è spesso rappresentato come un grosso e feroce mastino nero dotato di zanne ed artigli molto affilati. È considerato un demone di montagna o un fantasma di paese, a seconda del racconto cui si fa riferimento. Sicuro che avvistarne uno spesso è considerato un presagio di morte.
Ma Hilda, come sempre ci stupisce e ci insegna, che non tutti i Barghest sono così cattivi e che non sempre bisogna fare affidamento sulle apparenze o sulle dicerie.


Arrivati alla fine di questo piccolissimo bestiario, vorrei sfidarvi a trovare in Hilda altri piccoli particolari che richiamino il Folkore, le favole, le fiabe e la mitologia in generale. Particolari come, la scrittura runica, o fare particolare attenzione alla figura della bibliotecaria che ha tutta l'aria di essere una strega e, soprattutto un invito a godervi questo piccolo gioiello dell'animazione.

P.S: Sappiate che Hilda ha un cervolpe (Twig) come animale domestico e questo vale tutta la serie.


mercoledì 12 settembre 2018

Neil Gaiman, un antropologo tascabile.



Potrebbe sembrare azzardato definire Neil Gaiman un antropologo e, molto probabilmente lo è: un azzardo bello e buono.
Ma a ben rifletterci, l'autore di Best Seller, tocca spesso e volentieri temi cari all'antropologia e lo fa con cognizione di causa e di seguito ad uno studio approfondito.
Il nome dell'eclettico artista inglese forse è collegato in maggior parte al fumetto che fece grande scalpore negli anni '80 del secolo scorso: Sandman
Certo, un fumetto di Supereroi a modo suo, ma un fumetto che contiene la creazione di un mondo, una cosmogonia. Un fumetto che possiede al suo interno una mitologia propria - o a volte presa a prestito da altre già esistenti-.
Sandman mette a nudo ed assume come protagonisti qualità e difetti degli uomini e ci costruisce storie intorno, in un mondo onirico, altre in un mondo assolutamente reale, senza farsi scappare nelle sue molteplici chiavi di lettura temi caldi per il suo tempo.
Neil Gaiman si fa più vicino all'antropologia con due romanzi che, potrebbero essere considerati fratelli: American Gods ed, in particolar modo I Ragazzi di Anansi.
Il primo, forse il più conosciuto, ci mette davanti la lotta tra Dei antichi e le nuove " divinità" che la modernità è stata in grado di creare.
Un romanzo che offre sottolivelli ed è ben stratificato se si rompe la superficie del semplice racconto urban fantasy. 
Gaiman, ancora una volta ci mette di fronte a tematiche importanti, come ad esempio lo scontro di culture presente nella nostra epoca, l'ipermodernità di cui in qualche modo siamo tutti succubi e ci dice anche la sua sulla religione, recentemente ribadita in una delle sue interviste

"Dei, religioni e confini nazionali sono assolutamente immaginari. Sono dei concetti nozionali, che tendono a non esistere."

In American Gods, mette a nudo l'uomo e le sue insicurezze, smontandone le convinzioni costruite dalla cultura occidentale dominante e facendolo riflettere su quelle culture ormai passate, considerate inferiori ed involute, riempendolo di dubbi di auto riflessione ed auto criticismo, concetti che poi vengono rivolti al lettore, spingendolo a ripensare le sue convinzioni ed abitudini.
Il secondo romanzo possiamo considerarlo legato al primo per il semplice fatto che ha come protagonista la discendenza di Anansi, personaggio che compare anche in American Gods (Mr.Nancy).
Qui tocchiamo un livello più profondo, andando a scavare non solo nella mitologia o nelle credenze africane e caraibiche, ma veniamo catapultati fuori dalla storia.
Gaiman cerca di rispondere a modo suo alla fatidica domanda che in molti hanno rivolto all'antropologia " Che cosa è l'uomo prima della storia?"
E sebbene Gaiman non sia un antropologo ce la mette tutta per dare una risposta a questa domanda, usando l'espediente di Anansi, re delle Storie, dei racconti. 
Un romanzo intriso di oralità, di suoni, di canti e di musica. Utilizza il medium della scrittura per trasportarci in quel mondo che Pasolini avrebbe definito un mondo di vita pura.
Un mondo in cui l'uomo non viveva ingabbiato in pretesti, in vite già scritte da altri. Una vita di certo meravigliosa, ma anche tragicamente pericolosa.
I ragazzi di Anansi, sebbene sia su carta stampata ha un sapore musicale, che solletica più l'udito che la vista, ci rammenta quanto l'oralità, il bisogno di narrare se stessi e gli altri sia fondamentale per l'uomo e che l'uomo, senza queste narrazioni, sarebbe stato ben poca cosa.
In altre opere di Gaiman è possibile scovare la sua natura di Antropologo, come ad esempio in Cose Fragili, dove molti racconti hanno la stessa impronta dei due romanzi citati poco più sopra, o nel fumetto Black Orchid, dove forte è la componente ambientalista, il tema del rapporto della modernità con l'ambiente e con culture considerate da molti " primitive".
Nel Gaiman, considerato da molti un artista oscuro, è in verità un attento osservatore delle dinamiche sociali, delle problematiche dell'odierno ed un amante di culture da riscoprire. Autore di saggi e non solo di romanzi che spesso toccano la modernità che ci circonda ed i suoi malcontenti. Autore che spesso e volentieri si avvicina all'antropologia e ne prende ispirazione, rubandone gli strumenti di lavoro e restituendo opere stratificate, appassionanti e che consentono di riflettere sia sul mestiere dell'antropologo ai nostri tempi, sia su ciò che ci circonda.

Neil Gaiman tiene un portale sempre aggiornato con le sue pubblicazioni, interviste, spostamenti, mettendo il tutto a disposizioni dei suo fan più accaniti o dei semplici curiosi: http://www.neilgaiman.com/